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Studi di Piergiorgio Lazzaretto

a cura di Silvio Malgarini

 

Certamente la fraterna amicizia che mi ha legato a Piergiorgio Lazzaretto, scomparso troppo presto nel 1992, ha un ruolo importante nel fatto che dopo tanto tempo abbia sentito la necessità di riordinare un certo numero di suoi scritti e con l’aiuto di Fabio Soragna di renderli disponibili in questo sito web.        

 

Ad eccezione dello studio su i Versetti dei Responsori ambrosiani che era stato concepito per una pubblicazione, ci troviamo di fronte ad una serie di appunti relativi alle riflessioni che facevano parte delle attività di quella struttura aperta che nell’Alia Musica hanno avuto negli anni ’80 una certa importanza e che vengono qui restituiti, seppure con una breve introduzione, nello stato in cui li ho rinvenuti nei molti scritti lasciati da Piergiorgio. Come tali vanno considerati, quindi non studi sistematici ma ipotesi di lavoro, abbozzi per successive discussioni.

 

Questi lavori risalgono a quasi trenta anni fa per cui ho cercato di fornire una serie di informazioni bibliografiche che rendessero ragione degli studi relativi agli argomenti trattati da Piergiorgio usciti in questi anni; sarei lieto di ricevere ulteriori segnalazioni che senz’altro mi saranno sfuggite e comunque sono a disposizione di chiunque per gli approfondimenti che la lettura del testo rendesse necessari.

 

I Versetti dei Responsori ambrosiani

Lo studio sui versetti dei Responsori ambrosiani viene qui riproposto così come ce lo ha lasciato Piergiorgio che purtroppo non ha avuto il tempo per portarlo a compimento e comunque, anche se mancano una serie di note e riferimenti che avrebbe voluto introdurre e anche temi solo accennati che avrebbe voluto maggiormente sviluppare, mi sembra ancor oggi originale e ricco di spunti per successive riflessioni.

Questo lavoro nasce da un gruppo di studio che si riuniva sotto la direzione di Piergiorgio sostanzialmente per leggere l’edizione dell’Antiphonarium Ambrosianum London 34209; questa pratica ci ha consentito di identificare un certo numero di Responsori che hanno uno stile tutto sommato abbastanza omogeneo sia che si guardi alla quantità e alla qualità dell’ornamentazione, all'estensione dei brani, al ripetersi continuo di formule e luoghi comuni melodici.

Questi Responsori hanno rappresentato il punto di partenza del nostro lavoro e fin da una prima sommaria comparazione è parsa evidente la maggior complessità del corpo del Responsorio rispetto al versetto, non solo per la sua lunghezza ma anche per la sua estensione e per le frequenti irregolarità. Il versetto al contrario mostra una marcata stabilità che  ci ha consentito di identificare strutture modali e formulari ricorrenti. Ci è parso perciò che potesse essere utile spezzare l’unità del responsorio isolando i versetti e mettendoli a confronto analogamente a quanto fatto dal Ferretti nella sua Estetica gregoriana.

Questo metodo ci ha consentito di identificare sette toni salmodici dotati di importanti regolarità che riguardano sia le formule di incipit e di cadenza che i gradi della scala implicati, ai quali sono riconducibili oltre i due terzi dei versetti dell’ufficio ambrosiano.

Credo che questo lavoro abbia un certo interesse, naturalmente si pensava di proseguire con l’analisi del rapporto tra versetto e corpo del responsorio e con uno studio sulle numerose varianti che caratterizzano i versetti ambrosiani rispetto alla uniformità dei versetti gregoriani.

Ci auguriamo che a partire da questo lavoro ci sia qualcuno che voglia continuare questo tipo di analisi.

 

P. Lazzaretto - I Responsori dell’Ufficio Ambrosiano (1991).pdf

 

Il testo “Considerazioni sull’improvvisazione nel canto ambrosiano” è strettamente collegato al lavoro precedente sui Responsori. Infatti a partire da una serie di riflessioni che in quegli anni   gli studi etnomusicologici ci suggerivano, questo contributo  tende a considerare le “melodie tipo” dei versetti come prodotto di improvvisazione/composizione dei cantori ambrosiani. Mi piace sottolineare che, se oggi la musicologia medievale è pienamente consapevole dell’importanza del confronto con gli studi sulle tradizioni orali definiti in ambito etnomusicologico, non era così negli anni Ottanta.

 

P. Lazzaretto – Considerazioni sull’improvvisazione nel canto ambrosiano (1991).pdf

 

Sistema pentatonico

Lo scritto “Brailoiu applicato al gregoriano” nasce dalla lettura del saggio “Su una melodia russa” (nota: Constantin Brailoiu, Folklore musicale, II, Bulzoni editore, 1978) nel quale, a partire dalla definizione del “sistema pentatonico” non dunque semplicemente scala o gamma ma di un vero organismo tonale distinto riscontrabile in molteplici musiche di tradizione orale, vengono presi in esame anche sistemi tetra e tritonici come sistemi orali di composizione.

 

Nello scritto “Per un bemolle in più” Piergiorgio analizza la Lauda “Voi ch’amate lo criatore” applicando la teoria di Brailoiu. Questo scritto ci dimostra come la capacità di analisi di qualunque melodia medievale sia strettamente connessa all’interpretazione della melodia stessa nel senso che solamente a partire dalla conoscenza delle strutture modali sottostanti si può arrivare a una interpretazione fondata su ipotesi concrete. In altre parole può bastare un si bemolle o bequadro a cambiare il colore e dunque il significato di una melodia.

 

P. Lazzaretto - Brailoiu applicato al gregoriano (1982).pdf

P. Lazzaretto – Per un bemolle in più - Lauda “Voi ch’amate lo criatore” (1983).pdf

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