Canti e musiche nella notte dei chierici
Tradizione e avanguardie musicali nella cultura mediolatina del XII secolo
Note di sala (Lo Spettacolo, i Chierici e la musica, Bibliografia delle fonti musicali)
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Si tratta di un concerto-spettacolo ideato e composto - struttura, scelta dei brani e dei testi - da Fabio Soragna e Piergiorgio Lazzaretto. La sua realizzazione, per la complessità e difficoltà delle parti musicali e di quelle teatrali, ha richiesto un’attenta scelta degli interpreti, tutti investiti di ruoli precisi e non più modificabili.
Il controtenore Gerard Lesne venne sostituito, nelle ultime tre repliche, dal controtenore inglese Richard Jones.
Dopo una prima (e parziale) esecuzione del programma a Verona, Canti e Musiche nella Notte dei Chierici ebbe il debutto al V Festival di Musica Antica di Ventimiglia, e fu una “prima” assai movimentata poichè la Curia, nella persona del vescovo Mons. Verardo, dopo aver preso visione del programma giudicò i testi incompatibili per l’esecuzione in un luogo sacro. Il divieto ufficiale per l’utilizzo della Cattedrale arrivò tardi, alle 20.30, mezz’ora prima dell’inizio del concerto. Gli organizzatori del Festival dirottarono quindi artisti e pubblico nella chiesa di San Francesco - luogo sconsacrato, quindi territorio neutro. Dopo aver portato sedie e luci, lo spettacolo ebbe inizio alle ore 22.
Fu un grande successo. Non mancarono le polemiche, anche politiche ovviamente, e la stampa diede ampio spazio a questa surreale vicenda.
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In scena
1981
Verona Ente Lirico arena di Verona
Ventimiglia (IM) V Festival di Musica Antica
Castiglione O. (VA) Medioevo nel Seprio
Verbania (NO) Ghilitiga
Città di Castello (PG) XIV Festival delle Nazioni
Vigevano (PV) Si va per cominciare 1981
Torino Unione Musicale
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Interpreti
Brigitte Lesne contralto
Gerard Lesne/Richard Jones controtenore
Piergiorgio Lazzaretto canto
Christian Chauvot tenore
Giuliano Prada, Marco Ferrari flauti, bombarda
Riccardo Grazioli ghironda, viella
Francis Biggi oud, chitarra saracenica
Fabio Soragna flauti, salterio
Alexandre Regis, François Bedel zarb, percussioni
Giancarlo Maniga, Silvano Turrina ripieno
Giorgio Ostini vescovo dei Folli
Luciana De Lauretis campana
Anna Viganò illustrazione copertina
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Programma
Ad Completorium
Lectio
Confessio peccatorum
Cum invocarem exaudivit me Deus Salmo 4
Magnum nomen Canto dei Salmi
In manus tuas Domine Responsorio serale
Te lucis ante terminum Inno
Nunc dimittis Cantico di Simeone
Media vita Antifona propria alla Festa
Patrem parit filia Benedizione finale con Versetti propri alla Festa
Fas et nefas Ingresso dei suonatori
Cleri cetus Ingresso dei cantori Conductus natalizio a due voci
Axe Phoebus aureo Sequenza profana
Primum Nocturnum
Sequentia leti evangeli secundum Lucium Lectio
Novus annus Conductus del Baculario
Quia vagi scholares Anatema sinodale
Cacologium pape secundum Satanam Genealogia dell’Anticristo
Hypocritae, pseudopontifices/Velut stellae firmamenti Doppio Motetto
Bulla fulminante Conductus a tre voci
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Secundum Nocturnum
Passio domini nostri pape romanorum secundum marcam argenti et auri
Sic mea fata Planctus
Gregis Pastor Canto per il Vescovo dei Folli
Prefatio e Sanctus dall’Officium Potatorum
Vinum bonum Parodia della sequenza Verbum bonum
Or hi parra Parodia bilingue della sequenza natalizia Laetabundus
Bacche bene venies Versus, parodia dal Ludus Danielis
Tertium Nocturnum
Genealogia del Villano
Natus est Conductus dei Giochi
Homo miserabilis
Exit diluculo Pastourelle
De cavenda muliere Tropo drammatico
Dulce solum Canto d’addio
Ad Laudes
Lux hodie Alle porte della chiesa
Orientis partibus Conductus dell’Asino
Dies festa colitur Conductus del prete
Ich was ein chint so wolgetan Pastourelle bilingue
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Note di sala
Ambientato idealmente all’inizio del XIII secolo, questo spettacolo si collega nel ciclo Natalizio, periodo dell’anno musicalmente tra i più significativi, in cui ha luogo la Festa dei Folli (Festum Stultorum, Festum Follorum) del 1° gennaio. In questa ricorrenza, legata al sopravvivere di antichi riti pagani (Saturnalia, Lupercalia) si assisteva nei conventi e nei capitoli delle cattedrali a una reale presa di potere da parte del basso clero che celebrava proprie liturgie in gran parte basate sul ribaltamento dei valori consacrati e l’esaltazione dei piaceri terreni (Festa dell’Asino, Festa dei Suddiaconi ecc.).
I manoscritti di quell’epoca conservano una copiosa produzione musicale per le feste, fatta di inni, sequenze, tropi, laudi in cui si instaurano il ritmo e la rima, il canto a più voci e l’accompagnamento strumentale.
Dopo il Mille acquistano sempre più importanza i canti di estrazione schiettamente profana che, utilizzando gli schemi noti del nuovo repertorio liturgico, lo farciscono di temi rivolti all’amore, al vino e al bere, all’invettiva politica, al senso della morte: tutto ciò fa parte della vita quotidiana degli studenti delle “scholae”.
Il Codex Buranus, rinvenuto a Monaco all’inizio del secolo XIX e contenente i Carmina Burana, il Codex de Las Huelgas (manoscritto catalano) e i codici del XII secolo di San Marziale di Limoges sono tra quelli che conservano il maggior numero di testi e canti liturgici parodiati dai clerici, gli studenti delle “scholae”.
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Lo spettacolo
Il programma si compone di cinque parti.
Ad Completorium (la Compieta) è la funzione liturgica che chiude la giornata in convento. In essa, attraverso il canto e la preghiera, viene espresso un confidente abbandono in Dio e viene chiesta la sua protezione per uscire indenni dalle tenazioni notturne e dalle paure delle tenebre (Procul recedant somnia et noctium phantasmata … Sub umbra alarum Tuarum protege nos).
Il suono della campana interrompe i primi canti della notte e il Prelatus, con la Sequentia leti evangeli secundum Lucum apre il Primo Notturno che, dopo il brano Natalizio Novus annus hodie, sviluppa il tema dell’invettiva contro la Curia Romana, l’avarizia dei prelati e dei potenti.
Il Secondo Notturno, dopo un lamento d’amore che ricalca la struttura del planctus, ha come momento culminante l’insediamento dell’Episcopus Follorum: con alcune parodie tratte dall’Officium potatorum e un Noël, contrafactum della sequenza di Natale Laetabundus, i chierici danno libero corso all’ebbrezza e alla gioia del vino.
Una Lectio e il Natus est, componimento natalizio tratto dall’Officio dei Folli di Pierre de Corbeil, aprono il Terzo Notturno. La festa privata dei chierici volge lentamente a espressioni più solistiche permettendo quindi di esprimere con il canto la nostalgia per la terra lontana, la paura della morte, le ambiguità e le delusioni d’amore, giungendo fino all’invettiva contro le donne.
Ad Laudes (le Lodi). Ai primi chiarori dell’alba il canto trionfale Lux Hodie dà inizio alle celebrazioni pubbliche e con la processione dell’asino Orientis partibus, la gioia della festa si fa piena (Dies festa colitur, Ich was ein chint so wolgetan).
I chierici e la musica
Il ceto del clero, come ordo medievale, si era sviluppato nell’ambito del movimento carolingio del X secolo, dando via via una fisionomia precisa all’intera cultura europea. Da un lato si fa strada una potente “clericalizzazione della religione”: con essa il culto liturgico viene irrigidito in forme codificate e immutabili, tanto da allontanarsi dalla sua antica funzione popolare, perdendo spesso il senso dei contenuti rituali e il significato delle stesse parole.
D’altro lato è proprio dal clero che si sviluppa la volontà di affermazione del singolo individuo nei confronti della collettività: nei testi liturgici e nelle musiche vengono creati nuovi spazi per esprimere sentimenti personali, si approntano riti che appaghino la voglia di “vedere e toccare” il divino. Soprattutto nelle grandi solennità su fa strada la festa, in cui la ricorrenza sacra suscita gioie molto umane e godimenti molto terreni.
L’operazione che va sotto il nome di “parodia” ha il preciso scopo di innalzare a dignità poetica quei temi che venivano esclusi dalle sublimità, apre la strada all’esigenza di altri riti, di altre adorazioni, di altre messe. Sia che si tratti di esprimere nuovi bisogni religiosi e critiche radicali alle istituzioni ecclesiastiche o al contrario di affermare gli antichi valori profani di amore per la vita, è sempre il soggetto che si fa un varco, il singolo individuo che vuole emergere. La sua preghiera, la sua protesta, il lamento d’amore o l’inno al vino si manifestano attraverso il libero uso di antiche forme musicali, ma anche con l’invenzione di stili nuovi più adeguati.
Il programma, quindi, racchiude brani musicali disparati, provenienti da diverse regioni e diversi momenti storici del medioevo europeo, ma che sono omogenei in quanto parte di quel patrimonio mediolatino prodotto ed eseguito dai chierici, frutto degli ambienti scolastici in cui scambi culturali, ardite innovazioni, fondo tradizionale gregoriano e suggestioni del volgare convivono con naturale armonia.
Lo spettacolo vuole situarsi in un particolare momento della Festa dei Folli: quando gli studenti, sotto la guida del loro Vescovo (non era ancora una caricatura carnevalesca), prendevano possesso della Chiesa e vi trascorrevano la notte, preparandosi alla vera Festa e godendosi privatamente la veglia.
Lungi da qualsiasi ricostruzione realistica o teatrale il lavoro che presentiamo rimane essenzialmente uno spettacolo musicale, si vuole solo ambientare le musiche in una loro naturale collocazione, individuando i momenti e le funzioni a cui erano destinate: rendendo ben visibile la differenza tra un canto tradizionale e uno moderno, tra una musica rituale, una da concerto e una da questua.
Bibliografia delle fonti musicali
ANGLES H., El Codex musical de Las Huelgas, Barcellona, 1931
APEL W., The notation of Poliphonic Music, Cambridge Mass., 1953
BERNOULLI E., Die Choralnotenschrift bei Hymnen und Sequenzen, Leipzig, 1898
CLEMENCIC R., Carmina Burana, Munchen, 1979
DAVISON - APEL, Historical Anthology of Music, II, Cambridge Mass.
GENNRICH F., Formenlehre des Mittelalterlichen Liedes, Halle, 1932
HILKA - SCHUMANN, Carmina Burana, Heidelberg, 1930 - 1971
ILVONEN E., Parodies de Thèmes pieux dans la poésie française du Moyen Age, Paris, 1914
LEHMANN P., Die Parodie im Mittelalter, Stoccarda, 1963
Liber Usualis Missae et Officii…, Paris, 1958
LIPPHARDT W., Einige unbekannte Weisen zu den Carmina Burana… in Festschrift H. Besseler, Leipzig, 1961
LIPPHARDT W., unbekannte Weisen zu den Carmina Burana… in Archiv fur Musikwissenschaft, XII, 1955
NOVATI F., La parodia sacra nelle letterature moderne, in Studi critici e letterari, Torino, 1889
RABY F., The Oxford book of Medieval Latin Verse, Oxford, 1959
SUTTINA L., Una cantilena medievale contro le donne, in Studi Medievali, Spoleto, 1906
VECCHI G., Poesia latina medievale, Parma, 1952
VILLETARD O., Office de Pierre de Corbeil, 1907
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Sono molti i titoli delle composizioni in latino eseguiti dall’ensemble Alia Musica in concerto, e che non sono stati inseriti nello spettacolo Canti e Musiche nella Notte dei Chierici. Ne riportiamo qui alcuni:
Nimis honorati graduale
Haec dies
Congaudentes exultemus sequenza (Ms. Assisi 695)
Nicolay solemnia conductus a 2 voci (Cividale, Cod. LVI)
Ave Maria
Lectio libri sapientiae lectio a 2 voci
Haec dies graduale
Inviolata sequenza
Gaudens in Domino conductus a 2 voci
Alleluia - Ave Maria
Cunctipotens genitor Tropo melismatico
Sicut pratum picturatur conductus a 2 voci (Ms. Assisi 695)
Jube Domne benedicere lectio a 3 voci
Universi populi conductus
Stabat mater sequenza
Huic mains motetto
Lectio Ysaye prophete lectio a 2 voci Ivrea Bibl. Capitolare 71
Sequentia Sancti evangeli a 3 voci Genf, Universitätbibl. cod. lat. 38b
Fabio Soragna e Piergiorgio Lazzaretto si sono dedicati, dalla primavera 1978, allo studio del “Cantorino di Reims” (Ms. Assisi 695, all’epoca presso la Biblioteca Comunale di Assisi), trascrivendone una parte, affrontandone la lettura e i conseguenti aspetti interpretativi. Da questo manoscritto, nel 1981, è stato presentato in prima esecuzione moderna il Sicut pratum picturatur (una lunga e complessa polifonia a 2 voci), presso l’Istituto di Belle Arti “Tadini” a Lovere (BG).
Fu un momento importante, emozionante, unico, frutto di una ricerca personale, autonoma, una relazione diretta con il nostro passato musicale, senza intermediari
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